Valerio L
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Ho comprato il coupon su groupon, dove c'era una presentazione idilliaca che non è stata rispettata in nulla. Anzitutto ho dovuto pregarli di andare da loro, perché, nonostante avessero posto e fossi dentro le date garantite dal coupon, nelle innumerevoli telefonate continuavano a cercare di convincermi ad andare in altro periodo. Il giorno stesso del mio arrivo mi telefonano nel pomeriggio inoltrato dicendomi che, se avessi voluto la cena, avrei dovuto presentarmi lì per tempo, perché la cena è alle 19 o niente. Meno male che ero già nei paraggi, altrimenti avrei saltato la cena. Che col senno di poi sarebbe stato molto ma molto meglio. All’arrivo, dopo aver dovuto cercare il posto per le indicazioni scarse, un ragazzo impiega un tempo improbabile a registrarci e mostrarci la camera. I locali sono orrendi. Il proprietario ci ha detto in seguito, tutto tronfio, che prima quello era un capannone per polli, ma la realtà è che tuttora sembra un capannone per polli La temperatura interna è praticamente la stessa di quella esterna. Oltre al freddo, l’aria era praticamente densa di umidità, le lenzuola praticamente bagnate. In bagno, dove c’era un solo asciugamano da viso (e basta) per due persone, facevano bella mostra di sé nella doccia due spugne usate da chissà chi chissà quando, totalmente ricoperte di muffa. Per il resto la stanza è in classico stile ostello per chi proprio non ha pretese, niente tv, il cellulare non prende. All’orario improbabile delle 19 il ragazzo ci dice che è pronto. Nel refettorio, che ricorda quello della Caritas, ci aspettano già da tempo i nostri piatti, a raffreddare nel gelo totale che faceva da padrone fuori dalla stanza (già di per sé gelida). Il coupon prometteva “Una cena, bevande incluse, che comprende: - tortelli alle erbette con funghi; - scaloppine all’aceto balsamico con verdure al vapore; - formaggi e salumi nostrani; - una bottiglia d’acqua e un calice di vino tosco/emiliano a testa; - Una bottiglia di vino alla partenza” FALSO! Ci sediamo su queste sedie in plastica sbilenche, su tavolacci ricoperti di tovaglie di carta macchiate e strappate evidente mai cambiate dall’albore dei tempi, posate sporche e bicchieri di plastica. Solo noi e il ragazzo, situazione vagamente imbarazzante, ma la vera cosa imbarazzante era la “cena”. Da bere acqua del rubinetto. Per primo pasta completamente scotta al pomodoro (non sugo di qualcosa, pomodoro e basta). Per secondo un’unica salsiccia, per contorno una porzione per fortuna piccolissima di patate lesse totalmente scondite, evidentemente appena tirate fuori dal frigorifero con tutto il piatto con tanto di condensa. Potete capire il gusto di mangiare patate lesse scondite a temperatura di frigo, quando ormai eravamo già totalmente intirizziti dallo stare fermi al freddo e all’umido di quel salone squallido. Fine della cena, condita di peli e capelli vari. Presi dalla rabbia e dallo sconforto vorremmo solo tonare in stanza, dove almeno c’erano coperte per scardarsi, ma a quel punto arriva il titolare, che senza minimamente porsi il problema di chiedere scusa di alcunché, comincia a tessere lodi sperticate della sua attività, dopodiché di fatto ci sequestra lì nel gelo per due ore facendo un comizio sulla superiorità emiliana. Un vero monologo, che nonostante ci fossimo alzati e stessimo lentamente avvicinandoci alla camera (segnali che evidentemente non comprendeva), lui non interrompeva. Riuscito finalmente a troncare questo monologo rancoroso, andiamo a dormire nel freddo umido della stanza, cercando di riprenderci a fatica del freddo che ormai avevamo nelle ossa per il tempo passato nel refettorio. Al mattino ci aspetta la colazione, sulla stessa tovaglia della sera prima con ancora i piatti e i residui di cibo del giorno prima che nessuno si è premurato di ritirare. Oltre al caffè in tazze sporche, ci vengono offerti solamente biscotti secchi, in una ciotola che stava lì da chissà quando, ovviamente molli per la lunga permanenza all’umido estremo. E uno yogurt scaduto da 5 mesi. La colazione è stata accompagnata da un nuovo estenuante comizio del titolare. Della bottiglia di vino all’uscita promessa dal coupon, nessunissima traccia. Un’esperienza atroce. Io sono di bocca buona, ma se avessi voluto andare in un ostello di questo tipo lo avrei fatto coscientemente, e non avrei comprato un coupon che prometteva mari e monti a 39 euro invece di 125. Mi domando con che coraggio si possa parlare di 125 euro! Già 39 sono troppi. Con pernottamento in un ostello a molto meno, e avendo però il riscaldamento, e una cena alla mensa dei poveri, dove comunque nessuno si permette di servire patate fredde di frigo scondite, avrei risparmiato soldi, nervoso, tempo perso a sentire i monologhi del titolare, e soprattutto lo avrei scelto io, che invece mi pregustavo una serata romantica.